L’avvocato nell’attuale scenario: POST PANDEMIA – CRISI GEOPOLITICA ED ENERGETICA Cambio di prospettiva: L’AVVOCATO 2.0 ovvero L’Avvocato Imprenditore: uno stakeholder sostenibile

25 Set 2023 - Avvocato 2.0

Nell’attuate contesto economico e sociale, la professione legale non può più essere esercitata come si faceva un tempo ma deve necessariamente adeguarsi ed uniformarsi a nuovi principi.

La crisi post pandemica determinata dal COVID – 19 e l’attuale scenario di crisi geopolitica ed energetica non consentono di gestire le pratiche legali come si faceva una volta quando il legale al fine di “mostrare” i muscoli alla controparte magari proponeva tante azioni e contenziosi che certamente miglioravano ed aumentavano le proprie parcelle ma non avevano dei benefici preponderanti per il proprio cliente.
Deve essere capovolta l’impostazione da parte dei legali ed anche da parte dei clienti nella gestione dei contenziosi ed in generali degli affari legali.
Infatti per l’impresa il legale deve rappresentare un valore aggiunto una risorsa e non un peso.

Occorre passare dal vecchio principio secondo cui “la causa più pende più rende” con una impostazione differente volta a garantire “Celerità nella definizione della pratica al fine di rendere Giustizia al malcapitato e sottrarlo dalle agitazioni, ansie, timori che inevitabilmente accompagnano l’esito di un giudizio”.


In più, l’avvocato dovrebbe essere reso partecipe di quelli che sono i “destini” del proprio cliente rispetto agli affari trattati in via legale e giurisdizionale Infatti il legale che per quello specifico affare affidatogli partecipa dei risultati derivanti dal buon esito del contenzioso o del negoziato ha tutto l’interesse a
risolvere la potenziale lite o controversia in modo veloce per assicurarsi anche lui il compenso.
In questa prospettiva l’avvocato diventerebbe “socio” dell’impresa – cliente rispetto alla pratica affidatagli con l’inevitabile ricaduta positiva e vantaggiosa sia per il professionista sia per l’azienda: il legale avrebbe il precipuo interesse, anche personale, a gestire la pratica nel modo più efficace, celere e fruttuoso possibile divenendo così un imprenditore che partecipa ai rischi dell’impresa.

D’altra parte anche il legislatore europeo e quello nazionale negli ultimi anni hanno finito per assimilare il professionista, il lavoratore autonomo all’impresa.

In piena pandemia infatti COVID 19 interveniva, con decretazione d’urgenza il legislatore con l’art. 56 del D.L. 17 marzo 2020 n. 18 “Cura Italia” – il quale assimilava i liberi professionisti ovvero i lavoratori autonomi alla classificazione europea di imprese al fine di poter godere della moratoria bancaria e della
sospensione delle rate del muto – infatti comma 5 espressamente recitava “Ai fini del presente articolo, si intendono per Imprese le microimprese e le piccole e medie imprese come definite dalla Raccomandazione della Commissione europea n. 2003/361/CE del 6 maggio 2003, aventi sede in Italia

Infatti secondo la definizione contenuta nella Raccomandazione della Commissione Europa, si considera impresa «ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica, che eserciti un’attività economica» (formulazione che riflette la terminologia utilizzata dalla Corte di giustizia europea nelle sue sentenze); attività economica infatti è qualsiasi attività che consista nell’offrire beni o servizio su un determinato mercato.
V’è in poche parole l’equiparazione dei liberi professionisti alle PMI.
Nel settore dei crediti, ad esempio, l’azione legale efficace è quella in cui l’avvocato diventa un partner – socio del suo cliente ovvero dell’attività imprenditoriale del suo assistito, rispetto ovviamente ai crediti assegnatigli e ed attua le migliori strategie possibili per assicurare il rientro degli insoluti.
Questo non si traduce nell’esperimento di molteplici azioni giudiziarie e nella predisposizione di ridondanti atti difensivi e giudiziari, ma si traduce nello svolgimento di azioni mirate e calibrate in funzione del buon esito del recupero. Insomma l’azione legale efficace è quella che si connota di tratti imprenditoriali cioè quella ancorata al risultato perseguito dal cliente: viene in tal modo superato e reso
obsoleto il vecchio adagio “la causa più pende più rende”.

Abbiamo in definitiva una impostazione aziendalistica ed imprenditoriale dell’azione legale volta ad assicurare il miglior risultato possibile nel tempo più breve ed a perseguire il profitto che coincide con quello del proprio cliente. In questo modo l’impresa – cliente si assicura uno “stakeholder sostenibile” che agisce in linea con i suoi interessi e nel migliore dei modi.


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