21 Giu 2022 - Uncategorized
POST PANDEMIA E CRISI GEOPOLITICA:
L’OPPORTUNITÀ DI UN AUDIT PER UNA EFFICACE GESTIONE
DEL PROCESSO DEL CREDITO
Di fronte ad una perdita vi siete mai chiesti se era evitabile?
Vi siete accorti in tempo o piuttosto troppo tardi che il debitore non era solvibile?
Vi siete occupati o preoccupati di rivedere i processi di affidamento del credito, in via periodica?
A queste ed altre criticità nella gestione del credito intendiamo fornire delle risposte e delle soluzioni ottimali nell’ottica di un miglioramento del processo del credito sempre possibile e soprattutto auspicabile.
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Partendo dal dato statistico, secondo cui oltre il 70% dei default delle aziende, deriva da una gestione improvvida e non professionale degli insoluti del proprio portafoglio clienti e dalla circostanza oggettiva che una quantità notevole di insoluti si riverbera incontrovertibilmente ed in negativo sulla capacità dell’impresa di generare ed aumentare il proprio cash flow, si pone l’esigenza, in un mercato dove il “fattore credito” costituisce anche uno strumento di concorrenzialità, di dotarsi di un corretto processo del credito che rappresenta un fattore importante, anzi essenziale, per assicurare la continuità aziendale ed evitare cosi delle brutte sorprese.
In altre parole, prevenire è meglio che curare.
Quanto sopra rilevato è talmente importante che il Nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza prevede e disciplina le procedure di allerta nella consapevolezza che la possibilità di salvaguardare i valori di un’impresa in difficoltà (c.d. “viable but distressed”) sono direttamente proporzionali alla tempestività dell’intervento risanatore. Di contro, il ritardo nel percepire i segnali di crisi fa si che, nella maggior parte dei casi, degeneri in vera e propria insolvenza irreversibile.
Quando l’azienda si affida ad un provider, interno o esterno, per la gestione dell’attività (giudiziale e stragiudiziale) dei propri recuperi credito, allora bisogna chiedersi cosa non ha funzionato nell’ambito della prevenzione e gestione dei rischi inerenti al credito commerciale.
In altre parole occorre verificare se la gestione del proprio credito commerciale sia avvenuta in modo o meno professionale cioè se essa sia trascurata o invece attenta e diligente, nella consapevolezza che, pur sempre, la gestione di questo aspetto aziendale possa sempre essere migliorata.
Fatte queste premesse diventa fondamentale, per un soggetto economico, verificare le proprie performances, attraverso l’attività di audit, ciò al fine, di fornire uno strumento efficace ed affidabile a sostegno dell’organizzazione ovvero della società cliente che, in siffatto modo, potrà agire migliorando le proprie prestazioni, il proprio cash flow nell’ambito di un processo del credito più attento e diligente e, in una parola, più professionale.
L’audit consiste nella verifica ed analisi sistematica dei processi di gestione del credito e mira a renderli ad alta prestazione nell’ottica di un miglioramento continuo in conformità a quanto previsto dalla prassi UNI/PdR/44.
La prassi UNI/PdR 44:2018 è un documento pubblicato da UNI (Ente Italiano di Normazione), a fine 2018, con lo scopo di prevenire e gestire i rischi inerenti al credito commerciale, certificando i propri processi in maniera tale che siano riconosciuti e validati da un ente terzo imparziale che ne garantisca la conformità.
L’obiettivo finale è quello di dare chiarezza del processo di gestione del credito a tutti gli stakeholders aziendali interessati.
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In definitiva la concorrenza tra le aziende si esercita non solo all’atto della vendita e quindi nella gestione del proprio core business, ma anche all’atto della riscossione dei crediti.
È importante monitorare attentamente i clienti a credito esistenti ed assicurare il pagamento entro i tempi stabiliti dotandosi di una Credit Policy, ricorrendo nei casi ove poi fosse necessario all’attività del recupero giudiziale (o stragiudiziale) dei propri insoluti.
E’ necessario per un’azienda acquisire le procedure per gestire in via ottimale, il proprio processo del credito commerciale dal suo nascere ovvero dalla sua fase “fisiologica” fino a quella, eventuale, “patologica” relativa al recupero coatto.
Da ultimo, e non certo per ordine di importanza, si segnala che l’art. 2086 comma II codice civile per come modificato dall‘art. 375, comma 2, d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 – entrato in vigore ex art. 389 comma 2 d. lgs. n. 14, il 16 marzo 2019 – statuisce che: “L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.
Avvalersi di un processo di una certificazione del processo del credito e quindi del credit management attraverso la prassi UNI DPR 44/2018 costituisce per l’imprenditore una opportunità per poter ottemperare all’obbligo di dotarsi di un adeguato assetto “organizzativo, amministrativo e contabile” funzionale alla “rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale” anche al fine di non incorrere in responsabilità di carattere civile e di altra natura.
Avv. Filippo Lipiani
(Auditor Credit Management)